LE BEGHE DEL GOVERNO METTONO IL MIBAC NEI GUAI
La crisi di governo ha determinato una inaspettata e indesiderata accelerazione nel processo di riorganizzazione del MiBAC avviato dal ministro Bonisoli. Durante la settimana di Ferragosto, contrariamente a tutte le precedenti dichiarazioni del Ministro, sono stati emanati i decreti (anche se ancora non ci sono i testi definitivi) che disegnano un nuovo Ministero, con l’istituzione di nuovi Uffici e l’accorpamento di altri.
La CISL FP manifesta tutta la propria disapprovazione per i tempi e i modi di emanazione dei decreti, che avrebbero dovuto essere oggetto di confronto tra Amministrazione e parti sociali.
“Bonisoli non ha rispettato i patti ed il cronoprogramma per l’emanazione dei DM concordato con le organizzazioni sindacali. Abbiamo manifestato più volte – dichiarano Giuseppe Nolè e Valentina Di Stefano, coordinatori nazional CISL FP MiBAC – la nostra contrarietà ad una riorganizzazione profondamente centralista, che aumenta ulteriormente funzioni e sedi dirigenziali a Roma per depauperare gli Uffici territoriali.”
Fin dall’inizio del confronto sulla riorganizzazione, la CISL FP ha dichiarato la propria ferma opposizione agli accorpamenti e all’articolazione interregionale degli uffici, accogliendo con favore l’incremento in organico di 30 nuovi dirigenti, che avrebbero potuto scongiurare fusioni che invece renderanno l’azione del Ministero sul territorio molto più debole e inefficace.
Già detto nei giorni scorsi della scelta folle del Polo lombardo-veneto, le regioni più colpite sono il Molise, la Basilicata, la Liguria e il Friuli, che perdono ben 2 sedi dirigenziali ciascuna.
“I decreti agostani di Bonisoli sono peggio di quanto potevamo aspettarci. Al di là dei kafkiani refusi nei due decreti che speriamo siano stati sistemati, il Ministro – afferma Valentina Di Stefano, rappresentante CISL in Consiglio Superiore dei Beni Culturali – ha colpito alcune regioni con la mannaia, riducendo al lumicino la presenza del Ministero. Ridurre le sedi dirigenziali sui territori significa ridurre la capacità di azione e di spesa del Ministero in una regione, generando non solo gravi conseguenze sulla efficacia dell’azione di tutela e valorizzazione del patrimonio, ma anche in termini economici.”
“La Basilicata, a fronte degli investimenti per Matera Capitale della Cultura e della nuova Scuola di Restauro del Ministero – continua Giuseppe Nolè – rimane con un solo dirigente e viene declassata a regione di serie B. È inaccettabile! Faremo battaglia per difendere i nostri territori, soprattutto quelli più colpiti da questa scellerata riorganizzazione”.
“È inconcepibile – continua Valentina Di Stefano – che si indebolisca una regione che si sta rialzando dopo il dramma del terremoto. Le Marche, infatti, perdono la sede del Segretariato, l’Ufficio che in questi anni ha svolto un lavoro straordinario, coordinando tutti gli appalti, i cantieri e le attività legate al terremoto. È altrettanto vale per il Molise che avrà solo un dirigente del MiBAC, un abbandono da parte del Ministero di un territorio con un patrimonio culturale e paesaggistico straordinario.”